
CBM588® e il linguaggio del butirrato: quando il microbiota nell’IBS-D torna a parlare di salute
L’IBS-D è caratterizzato da alterazioni del microbiota intestinale e, in particolare, da una riduzione dei batteri produttori di butirrato e della α-biodiversità microbica.
Le strategie volte alla modulazione del microbiota possono sì offrire efficacia terapeutica, è importante però adottarne di specifiche e mirate che possano intervenire proprio nelle tipiche deplezioni di cui sopra.
Lo studio clinico prospettico, interventistico, monocentrico appena pubblicato su Microorganisms Irritable Bowel Syndrome with Diarrhea (IBS-D): Effects of Clostridium butyricum CBM588 Probiotic on Gastrointestinal Symptoms, Quality of Life, and Gut Microbiota in a Prospective Real-Life Interventional Study ha valutato l’efficacia clinica e la sicurezza del probiotico Clostridium butyricum CBM588® (Butirrisan®), in 405 pazienti con IBS-D, comparato all’utilizzo della terapia farmacologica, nel ristabilire l’eubiosi del microbiota intestinale.
Effetti del CBM588® sugli endpoint primari
Lo studio ha previsto la somministrazione di 3 compresse al giorno di Butirrisan®, l’unico probiotico produttore di butirrato attualmente disponibile per uso medico in Europa, per 8 settimane, in associazione a una dieta a basso contenuto di fibre e residui, comparando i risultati con quelli ottenuti nei pazienti trattati con trimebutina maleato, altri probiotici in commercio e la stessa dieta a basso contenuto di fibre e residui.
Nel gruppo Butirrisan®, al termine delle 8 settimane di trattamento, sono stati ottenuti i seguenti risultati:
−29% scala BSS (mediamente ridotto da punteggio 6 a punteggio 4, p<0.001)
−57% frequenza delle evacuazioni (p<0.001)
−85% episodi di diarrea giornalieri (p<0.0001)
-56% severità globale sintomi IBS (IBS-SSS) (p<0.0001)
−59% intensità del dolore addominale (p=0.001)
−65% frequenza del dolore addominale (p<0.0001)
−53% bloating (p<0.0001)
−48% insoddisfazione verso l’alvo (p<0.0001)
−61% interferenza con la qualità della vita (QoL) (p<0.0001)
+52% QoL (p<0.0001).
Ancora, il trattamento è stato ben tollerato, senza eventi avversi gravi, e ha registrato un punteggio di tollerabilità medio di 9/10 e un’aderenza >95%.
I dati ottenuti sono risultati essere comparabili all’utilizzo della trimebutina maleato associata ad altri probiotici: CBM588 può rappresentare un’alternativa valida alla trimebutina, mirata al microbiota, con il vantaggio di agire sulla causa ecosistemica dell’IBS-D e non solo sui sintomi.
Effetti del CBM588® sugli endpoint secondari
Inoltre, un sottogruppo randomico di 19 partecipanti è stato sottoposto ad analisi del microbiota fecale per esaminare i cambiamenti avvenuti dopo 8 settimane nella composizione microbica e le risposte al trattamento probiotico con CBM588®.
Anche in questo caso i risultati hanno mostrato significativi miglioramenti: l’ α-biodiversità è aumentata del 21% (p=0.008), suggerendo come una maggiore biodiversità e la produzione di butirrato siano direttamente associate ad un alleviamento dei sintomi dell’IBS-D.
Inoltre, è stato evidenziato come l’aumento dei principali butirrato-produttori (Agathobacter, Coprococcus, Butyricicoccus) fosse correlato a miglioramento clinico della sintomatologia intestinale, suggerendo anche un ruolo sinergico e specifico di alcuni taxa chiave nel mediare gli effetti benefici del trattamento probiotico.
È ragionevole dunque pensare che i probiotici butirrato-produttori offrano un netto vantaggio nella gestione dell’IBS-D.
Il valore aggiunto di CBM588®
Il butirrato è fondamentale per nutrire i colonociti, rafforzare la barriera intestinale, per la modulazione immunitaria (via NLRP6, caspasi-1, NF-κB) e per migliorare il riassorbimento a livello colonico di sodio e acqua, riducendo così gli episodi diarroici, e Butirrisan® rappresenta un probiotico butirrato-produttore con un potenziale unico, confermandosi sicuro e ben tollerato, efficace nel ridurre i sintomi chiave dell’IBS-D, capace di migliorare la biodiversità e stimolare la crescita di batteri benefici e può essere dunque considerato a pieno titolo protagonista di un potenziale cambio di paradigma nella gestione dell’IBS-D.
