Berberina in prima linea: dalla botanica arriva una chiara risposta all’infertilità da PCOS

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è una delle principali cause di infertilità femminile, con una prevalenza stimata tra il 9% e il 18% a seconda dei criteri diagnostici utilizzati.

Caratterizzata da disfunzioni ovulatorie, iperandrogenismo e alterazioni morfologiche ovariche, la PCOS è strettamente associata a insulino-resistenza (IR) e iperinsulinemia, condizioni presenti in circa l’85% delle pazienti, indipendentemente dall’indice di massa corporea.

Strategie alternative

In questo scenario, la berberina sta emergendo come una potenziale alternativa o complemento terapeutico alle strategie convenzionali come la metformina, grazie alla sua capacità di modulare la resistenza insulinica e migliorare la funzione ovarica.

La recente review Berberine—A Promising Therapeutic Approach to Polycystic Ovary Syndrome in Infertile/Pregnant Women descrive le azioni benefiche della berberina nella PCOS, che si esplicano attraverso un’articolata rete di interazioni biologiche, con effetti sistemici che coinvolgono il metabolismo glucidico, la sensibilità insulinica, l’ambiente ovarico e l’endometrio.

Meccanismi simultanei multifunzionali della berberina

La berberina rappresenta un fitocomplesso ad alto impatto clinico nella PCOS, capace di agire simultaneamente: l’efficacia della berberina nel contesto PCOS si basa infatti su una combinazione di effetti metabolici, endocrini e cellulari, che vanno a “colpire” i principali nodi patogenetici della sindrome:

  • insulino-sensibilizzazione: la berberina migliora la sensibilità insulinica aumentando l’espressione dei recettori insulinici nei tessuti bersaglio (muscolo e fegato); attiva l’enzima AMPK, fondamentale per il metabolismo cellulare, inibendo la respirazione mitocondriale e potenziando l’attività di SIRT1, che migliora la captazione di glucosio; favorisce l’espressione e la traslocazione del trasportatore GLUT4, essenziale per il metabolismo del glucosio a livello periferico.
  • Modulazione del metabolismo glucidico: induce la glicolisi cellulare e inibisce la gluconeogenesi epatica regolando enzimi chiave, migliorando il profilo glicemico in modo simile agli antidiabetici orali; riduce poi l’assorbimento intestinale di glucosio attraverso l’inibizione dell’α-glucosidasi e di altre vie enzimatiche intestinali.
  • Effetti sulla normalizzazione del ciclo mestruale: vari studi clinici hanno mostrato che, in donne con PCOS e anovulazione cronica, la berberina può ripristinare cicli regolari e ovulatori, grazie all’induzione di riequilibrio metabolico-endocrino.
  • Effetti sulla funzione ovarica: l’ambiente iperinsulinemico promuove iperandrogenismo ovarico e blocco della maturazione follicolare. La berberina, riducendo l’iperinsulinemia, contribuisce a:
    • migliorare l’ovulazione spontanea.
    • ridurre i livelli circolanti di androgeni.
    • regolare le interazioni oocita-cellule della granulosa e promuovere la crescita follicolare.

Questa multifunzionalità rende la berberina un’opzione particolarmente interessante nella gestione dell’infertilità femminile legata alla PCOS, soprattutto nei casi in cui la metformina non sia tollerata o efficace.

Pur necessitando di ulteriori conferme cliniche di ampia scala, i meccanismi d’azione conosciuti pongono la berberina in una posizione di rilievo tra le molecole da integrare nei protocolli terapeutici personalizzati, rappresentando un’opzione terapeutica complementare o alternativa nei casi di PCOS associata a insulino-resistenza, anche in contesto pre-concezionale.

Evidenze cliniche su berberina & fertilità

Dalle ricerche incluse nella review emergono risultati incoraggianti sull’uso della berberina nelle pazienti con PCOS potenzialmente causante infertilità:

  • aumento del tasso di ovulazione spontanea;
  • miglioramento dei parametri metabolici: riduzione di glicemia a digiuno, insulina e HOMA-IR;
  • effetti comparabili alla metformina per quanto riguarda l’induzione ovulatoria, con un profilo di tollerabilità gastrointestinale generalmente migliore.

Ancora, in protocolli di fecondazione in vitro (FIVET), la berberina è stata associata a maggiori tassi di impianto, miglior qualità del tessuto endometriale ricevente, riduzione delle dosi totali di FSH richieste durante la stimolazione ovarica.

Le attuali evidenze cliniche, dunque, giustificano l’impiego clinico controllato della berberina, inserendola tra le strategie terapeutiche più interessanti nella PCOS anovulatoria, confermandone la sicurezza e l’efficacia dell’assunzione a lungo termine.