
Strategie nutrizionali avanzate: curcumina nella modulazione dell’obesità grave
L’obesità è una patologia associata a numerose comorbidità.
Tra le problematiche più comuni, si riscontrano sintomi gastrointestinali, incluse disfunzioni come stipsi e diarrea, che impattano negativamente sulla qualità della vita. In particolare, nei casi di obesità severa (BMI ≥ 40 kg/m²), per i quali è indicato effettuare l’intervento di chirurgia bariatrica, tali sintomi possono peggiorare, soprattutto se già presenti in fase preoperatoria.
In questo contesto, l’interesse per composti bioattivi come approccio terapeutico alternativo è in crescita, grazie al loro potenziale nel migliorare la salute gastrointestinale senza gli effetti collaterali dei trattamenti farmacologici.
Tra questi, la curcumina — principio attivo della Curcuma longa L. — è nota per le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti e viene studiata per il suo possibile ruolo nella modulazione della funzione intestinale.
Un recente studio, Curcumin Supplementation Improves Gastrointestinal Symptoms in Women with Severe Obesity: A Double-Blind, Randomized, Placebo-Controlled Trial—A Pilot Study, pubblicato a giugno di quest’anno su Nutrients, ha valutato l’effetto della supplementazione di curcumina in donne con obesità grave in fase preoperatoria alla chirurgia bariatrica.
Lo studio e risultati
Lo studio, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, ha coinvolto 31 partecipanti.
Sono stati raccolti dati su parametri antropometrici (BMI, circonferenze di vita, collo e fianchi), alimentazione e sintomi gastrointestinali.
Pur non intervenendo direttamente a livello nutrizionale, le partecipanti hanno seguito un protocollo nutrizionale ospedaliero condiviso, con restrizione calorica, come da linee guida preoperatorie. Dopo la randomizzazione, i soggetti hanno assunto curcumina o placebo per 13 settimane (1500 mg/die).
I risultati hanno evidenziato una riduzione significativa dei sintomi gastrointestinali nel gruppo trattato con curcumina (p=0.003).
Nessun miglioramento è stato invece osservato nel gruppo placebo. Inoltre, dal punto di vista antropometrico, solo nel gruppo curcumina si sono osservate riduzioni significative di BMI (−4,0 kg/m²; p=0.019) e della circonferenza del collo (p=0.042). Questi risultati suggeriscono un effetto specifico del supplemento, indipendente dall’apporto calorico.
Meccanismo d’azione e soluzioni pratiche
Gli autori ipotizzano che tali benefici derivino dalle proprietà antinfiammatorie della curcumina, capace di inibire mediatori chiave dell’infiammazione come TNF-α, NF-κB e IL-1β, e dai suoi effetti prebiotici, che favoriscono la crescita di batteri benefici (es. Bifidobacterium animalis BB12), associati a maggiore biodiversità e produzione di acidi grassi a corta catena (SCFA), fondamentali per ridurre l’infiammazione sistemica, la permeabilità intestinale e per regolare la motilità.
Studi sperimentali suggeriscono inoltre che la curcumina possa ridurre l’accumulo di tessuto adiposo e l’ipertrofia adipocitaria, modulando i livelli di cortisolo e l’infiammazione omentale.
Tuttavia, una limitazione riconosciuta anche dagli autori dello studio è rappresentata dalla bassa biodisponibilità della curcumina utilizzata, parzialmente mitigata dal consiglio di assumerla con pasti ricchi in grassi.
Soluzioni più efficaci includono l’uso di formulazioni fitosomali e la combinazione con enhancer specifici.
Ne è un valido esempio, Homair®, in cui la complessazione con la fosfatidilserina, già nota per ridurre i livelli di cortisolo, non solo permette di veicolare la curcumina a livello intestinale, ma contribuisce anche come principio attivo. L’incremento di biodisponibilità viene ulteriormente potenziato dalla presenza di piperina che rallenta il processo di trasformazione molecolare a livello epatico, riducendone l’escrezione.
