L’acido acetil-cheto-boswellico (AKBA) sopprime cancro colorettale
Il cancro colorettale (CCR) è uno dei tumori più comuni al mondo, al terzo posto in termini di incidenza e al secondo posto in termini di mortalità. Fattori di rischio ereditari ed ambientali ne favoriscono lo sviluppo, mentre condizioni come la colite ulcerosa e lo squilibrio del microbiota intestinale ne aumentano il rischio di insorgenza e progressione.
Lo studio del 2025 3-O-Acetyl-11-Keto-β-Boswellic Acid Suppresses Colitis-Associated Colorectal Cancer by Inhibiting the NF-Kb Signaling Pathway and Remodeling Gut Microbiota ha analizzato l’effetto dell’AKBA sulla progressione del CCR, dimostrando la sua capacità di esercitare effetti antitumorali sia prendendo di mira la via dell’NF-κB che influenzando la composizione del microbiota intestinale.
Il cancro colorettale: chirurgia e possibili terapie complementari
La diagnosi precoce del CCR è difficile poiché la malattia spesso si sviluppa senza sintomi evidenti, e sebbene la chirurgia sia un trattamento comune, potrebbe non eradicare completamente il cancro e portare a complicazioni post-operatorie.
I trattamenti farmacologici come la chemioterapia possono causare effetti collaterali e indurre resistenza ai farmaci e l’immunoterapia, sebbene promettente, dimostra un’efficacia complessiva limitata, oltre ad essere molto onerosa economicamente. Pertanto, è fondamentale trovare nuove modalità per il trattamento del CCR e i prodotti naturali rappresentano la principale fonte di nuovi farmaci.
L’acido acetil-cheto-boswellico o AKBA viene estratto dalla resina gommosa degli alberi di incenso, appartenenti al genere Boswellia. Negli ultimi anni, è stato scoperto che l’AKBA innesca l’apoptosi e sopprime la crescita tumorale in varie linee cellulari tumorali, tra cui il cancro del colon-retto, le cellule del cancro gastrico e il glioblastoma. Inoltre, l’AKBA modula la risposta infiammatoria modulando le vie di segnalazione NF-κB e JNK-p38/MAPK.
La via di segnalazione NF-kB e il cancro
La via di segnalazione NF-κB (Nuclear Factor kB) svolge un ruolo importante in varie attività biologiche e la sua attivazione anomala è frequentemente associata allo sviluppo di tumori.
È noto che questa via promuove i livelli di citochine pro-infiammatorie, di geni anti-apoptotici e di geni correlati alla proliferazione cellulare, contribuendo così all’innesco, alla progressione e alla resistenza del tumore alla terapia; pertanto, l’inibizione della via di segnalazione NF-κB si è rivelata una strategia promettente per il trattamento di quelle forme di cancro dove l’infiammazione svolge un ruolo importante.
Microbiota intestinale e cancro
I tumori gastrointestinali mostrano interazioni molto significative con il microbiota enterico, una relazione attribuita alla loro adiacenza anatomica all’interno dell’ecosistema digestivo.
Questo posizionamento biologico unico ha reso le correlazioni tra microbioma intestinale e oncologia un argomento prioritario nell’attuale ricerca traslazionale, con numerosi studi che chiariscono il contributo microbico alla carcinogenesi, alla progressione tumorale e alle risposte terapeutiche.
AKBA: effetti antinfiammatori ed eubiotici
La cosa davvero interessante di questo studio, eseguito in vitro su linee cellulari tumorali sia umane che murine, è l’aver dimostrato meccanicisticamente che l’AKBA, oltre a ridurre la via di segnalazione NF-κB, è in grado anche di diminuire potentemente anche i livelli di citochine pro-infiammatorie come TNF-α, IFN-γ, IL-1β e IL-12p70, riducendo così più estensivamente l’infiammazione cellulare connessa direttamente al CCR.
Inoltre, usando tecniche di shotgun metagenomico, si è scoperto che la presenza dell’AKBA a livello intestinale può aumentare la presenza di batteri eubiotici come Clostridium spp., Bacteroides ovatus, Parabacteroides merdae, e ridurre quella di potenziali patogeni come Barnesiella viscericolae Bacteroides oleiciplenus, Coprobacter secundus, etc.
Conclusioni e prospettive future
L’AKBA ha dimostrato dunque di possedere un’ampia gamma di attività farmacologiche, tra cui effetti antinfiammatori, antitumorali, antimicrobici, modulatori del microbiota intestinale e neuroprotettivi, evidenziando il suo potenziale come farmaco terapeutico per diverse malattie.
Inoltre, l’AKBA è noto per la sua bassa tossicità e la ridotta incidenza di effetti avversi; quindi, è una molecola che in futuro dovrà essere esaminata a fondo per capire i vantaggi ottenibili dalla sua combinazione con altri agenti antitumorali come i chemioterapici e gli immunoterapici nella terapia del CCR.
