La costruzione ideale del microbiota intestinale dell’infante ad opera del latte materno
Un recente studio pubblicato nel luglio 2025 sulla rivista Gut Microbes, Human milk oligosaccharide metabolism and antibiotic resistance in early gut colonizers:insights from bifidobacteria and lactobacilli in the maternal-infant microbiome ha studiato il metabolismo degli HMO da parte di bifidobatteri e lattobacilli isolati dal latte materno e dai campioni fecali sia delle madri che dei neonati.
La comprensione di queste interazioni specie-specifiche ha fornito preziose informazioni su come i componenti bioattivi del latte umano, nello specifico gli HMO, siano in grado di modellare il microbiota infantile durante i primi anni di vita.
La spinta eubiotica selettiva del genere bifidobatteri e della specie bifidum
L’allattamento al seno svolge un ruolo cruciale nel plasmare il microbiota dell’infante in senso eubiotico.
Durante i primi mesi di vita del bambino, infatti, il latte umano fornisce un’alimentazione mirata composta da un’ampia gamma di composti bioattivi che promuovono la specifica crescita dei generi e delle specie batteriche più importanti per salute del lattante.
In questo contesto, il genere dei bifidobatteri risulta il più abbondante nell’intestino dei neonati allattati al seno a causa della loro capacità di utilizzare i substrati prebiotici presenti nel latte materno, come gli oligosaccaridi del latte umano (HMO).
Gli HMO sono un gruppo eterogeneo di glicani strutturalmente complessi che costituiscono il terzo componente solido più abbondante del latte umano.
In particolare, B. bifidum è emersa come la specie con la maggior capacità di degradare gli HMO, sottolineando la sua potenziale importanza nella colonizzazione intestinale nelle prime fasi della vita.
In generale le specie bifidobatteriche in grado di metabolizzare gli HMO sono i bifidum, i breve e i longum infantis che costiutiscono la cossidetta “triade bifiobatterica neonatale”.
La mancata spinta del genere Lactobacillus nel microbiota intestinale dell’infante
Lo studio conferma inoltre come il genere dei lattobacilli, presenti nel latte materno, non sia poi in grado di metabolizzare gli HMO.
Per questo motivo, i lattobacilli non risultano in grado di persistere e crescere nel microbiota dell’infante.
Conclusioni
In conclusione, i risultati dello studio sottolineano il ruolo fondamentale dell’allattamento al seno nel plasmare il microbiota intestinale del neonato, promuovendo la crescita specifica dei bifidobatteri e, in particolare della specie B. bifidum.
L’articolo conclude, infine, evidenziando come la specie bifidum possa essere drasticamente ridotta dagli antibiotici.
Per questo motivo è auspicabile condurre una terapia probiotica con un B. bifidum nei neonati sottoposti a terapia antibiotica, al fine di ripristinare l’insediamento di specie microbiche chiave per la loro salute.
