
Probiotici durante l’antibiotico: abitudini prescrittive e razionale clinico
Un recente studio pubblicato nel giugno 2025 sulla rivista Antibiotics, Use of Probiotics During Antibiotic Therapy in Pediatrics: A Cross-Sectional Survey of Italian Primary Care Pediatricians, ha condotto un’indagine trasversale volta a esplorare gli atteggiamenti e le abitudini prescrittive dei pediatri italiani riguardo l’impiego di probiotici in concomitanza con la terapia antibiotica.
In particolare, lo studio ha analizzato la frequenza di prescrizione, le indicazioni cliniche, i ceppi utilizzati, i dosaggi, la durata del trattamento e le fonti informative dei professionisti coinvolti.
Probiotici durante l’antibiotico: abitudini prescrittive e razionale clinico
L’indagine, che ha coinvolto 980 pediatri italiani, ha evidenziato come il 63% dei pediatri prescriva probiotici tutte le volte che prescrive una terapia antibiotica.
Il razionale principale alla base della prescrizione dei probiotici, indicato dall’81% degli intervistati, è rappresentato dal ripristino dell’equilibrio del microbiota intestinale.
Seguono, come motivazione, la prevenzione della diarrea associata all’uso di antibiotici (47%), il miglioramento generale dello stato di salute (20%) e, meno frequentemente, la richiesta esplicita da parte dei genitori (9%).
Tra i ceppi maggiormente raccomandati, vi è anche un ceppo di Bifidobacterium breve.
B. breve PRL2020: la resistenza intrinseca ad Amoxicillina e Amoxicillina clavulanato
Uno studio italiano pubblicato su Applied and Environmental Microbiology, Amoxicillin-clavulanic acid resistance in the genus Bifidobacterium, ha analizzato 261 ceppi di Bifidobacterium con l’obiettivo di valutare la loro resistenza ad amoxicillina e amoxicillina-clavulanato, tramite la determinazione della concentrazione minima inibente (MIC).
Tra i ceppi testati, B. breve PRL2020 ha mostrato la maggior resistenza intrinseca nei confronti dell’amoxicillina-clavulanato (MIC di 32 μg/ml) e verso l’amoxicillina (64 μg/ml).
Questa resistenza, intrinseca e non trasferibile, consente al ceppo probiotico di sopravvivere durante la somministrazione di amoxicillina o amoxicillina-clavulanato contribuendo al mantenimento e al ripristino della componente eubiotica del microbiota intestinale, in particolare della popolazione bifidobatterica, tipicamente ridotta dall’antibiotico terapia.
