Utilizzo della resina di Boswellia in oncologia

Tra i numerosi costituenti molecolari dell’oleoresina di Boswellia, quelli con l’attività biologica più interessante sono gli acidi boswellici, molecole triterpenoidi pentacicliche; tra questi, specialmente l’acido 3-acetil-11-cheto-β-boswellico (AKBA) e l’acido 11-cheto-β-boswellico (KBA) hanno un potenziale effetto apoptotico sulle cellule tumorali e nella downregulation delle citochine infiammatorie.

La review del 2022 “Boswellia: Systematically scoping the in vitro, in vivo and clinical research” si è posta l’obiettivo di revisionare i numerosi studi relativi alle applicazioni sperimentali e cliniche della resina di Boswellia serrata, con particolare attenzione agli ambiti oncologico, infiammatorio, immunitario ed infettivo.

Volume degli studi sulla Boswellia

I ricercatori hanno identificato, tra il 1969 e il 2021, un totale di 657 documenti che riportano studi di ricerca sulla Boswellia. Tra questi, 297 erano studi in vitro, 236 in vivo e 68 erano studi clinici sull’uomo.

Nel complesso, tra i vari composti della Boswellia, gli acidi boswellici sono stati quelli studiati più frequentemente, soprattutto l’acido 3-acetil-11-cheto-β-boswellico (AKBA).

La specie botanica maggiormente studiata è stata la Boswellia serrata con 340 documenti, mentre la seconda specie più ricercata è stata la Boswellia sacra, con 156 articoli. La maggior parte di questi articoli faceva riferimento a Boswellia carteri piuttosto che a B. sacra, sinonimo della stessa specie.

Ambiti di applicazione della Boswellia in clinica oncologica

In area oncologica, gli studi sulla Boswellia sono stati più frequenti nel cancro al seno (29 articoli), cancro alla prostata (16), cancro colorettale (16), tumori cerebrali (16) e leucemia (15). 

La maggior parte degli studi si è concentrata sui meccanismi o sugli effetti antitumorali (140 articoli), mentre altri si sono concentrati sul potenziamento degli agenti antitumorali (16), sulla prevenzione degli effetti avversi degli agenti antitumorali (8) o sulla prevenzione del cancro (13).

Il potenziamento degli agenti antitumorali è stato studiato in vari tumori e comprendeva agenti come cisplatino, doxorubicina, epirubicina e temozolomide.

Ben quattro studi clinici sono relativi alla riduzione dell’edema cerebrale nei pazienti con tumore al cervello, a partire da piccoli studi preliminari con risultati promettenti seguiti da uno studio controllato randomizzato nel 2011.

Successivamente, nel 2019, è stato individuato solo uno studio pilota, in cui viene usata una nuova forma di veicolazione degli acidi boswellici a base di lecitina (Casperome®) come trattamento complementare dell’edema cerebrale indotto da radiochemioterapia in pazienti con glioblastoma multiforme.

Farmacocinetica degli estratti di Boswellia

Trentacinque pubblicazioni riportavano studi di farmacocinetica condotti utilizzando una serie di tecniche messe in atto per migliorare la scarsa biodisponibilità degli attivi della Boswellia.

La maggior parte degli studi si riferiva a estratti e/o prodotti originati da B. serrata; altri studi si sono occupati di nuove formulazioni, tra cui nanoparticelle, microsfere galleggianti, elastosomi, forme di rilascio a base di lecitina, complessi di fosfatidilcolina e varie tipologie di capsule. Praticamente tutti gli studi hanno misurato i livelli assorbiti di almeno un acido boswellico, più frequentemente AKBA o KBA.

I parametri più frequentemente misurati erano relativi alle quote di assorbimento e distribuzione, compresa la permeazione della pelle e della barriera ematoencefalica.

makba