METABOLISMO

Berberina: tra biodisponibilità e sicurezza

Recente studio italiano analizza alcuni estratti secchi di Barberis aristata presenti sul commercio italiano valutando: il profilo fitochimico, le proprietà farmacocinetiche, la citotossicità in diverse linee cellulari umane, l’interazione con i citocromi CYP450 e gli effetti sulla migrazione delle cellule tumorali.
I risultati ottenuti costituiscono un’importante testimonianza della qualità e della sicurezza di tali composti.

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Iperomocisteinemia: una condizione metabolica da attenzionare

Recente review sottolinea la necessità di attenzionare maggiormente il parametro dell’omocisteina e di impiegare trattamenti efficaci al fine di ridurre il rischio di conseguenze cliniche anche gravi.
Inoltre, un recente studio clinico dimostra il beneficio clinico, sul parametro dell’omocisteina plasmatica, della somministrazione di alcuni fattori coinvolti nel metabolismo dell’omocisteina stessa quali: betaina, acido folico, vitamina B6 e B12.

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Recenti evidenze sui meccanismi epatici ed intestinali della silibina nella NAFLD

Recente studio indaga i meccanismi molecolari attuati dalla silibina a livello epatico ed intestinale, al fine di contrastare la progressione della NAFLD.
La quota assorbita della silibina agisce a livello epatico con conseguenti benefici sui parametri biochimici sierici quali ALT, AST, LDL e TG. Inoltre, la quota non assorbita di silibina modula la composizione del microbiota intestinale in senso eubiotico e ripristina la corretta permeabilità intestinale.

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Versatilità della curcumina nella gestione della retinopatia diabetica

Recente review indaga l’impiego della curcumina, ottenuta dal rizoma della Curcuma longa, come trattamento e prevenzione dell’insorgenza e della progressione della retinopatia in pazienti diabetici. Si evidenzia come la curcumina, grazie alle dimostrate proprietà retino-protettive, antinfiammatorie, antiossidanti e ipoglicemizzanti, sia in grado di contrastare i principali fattori coinvolti nella patogenesi della retinopatia diabetica.

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La protezione cardiovascolare del Coenzima Q10 nei diabetici

Recente review esamina i razionali scientifici alla base delle proprietà terapeutiche del Coenzima Q10 nel mitigare l’impatto del diabete e le sue complicanze quali disordini cardiovascolari.
Si evidenzia come il Coenzima Q10, in pazienti affetti da diabete di tipo 2, sia in grado di contrastare lo stress ossidativo e lo stato infiammatorio persistente responsabili delle disfunzioni endoteliali.

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Silibina fitosoma nella steatosi epatica associata o meno a HCV

Studio clinico di rilievo valuta gli effetti di una formulazione contente silibina fitosoma (Siliphos®) su pazienti affetti da NAFLD o NAFLD e HCV.
Tale lavoro dimostra i vantaggi clinici di Siliphos® sui parametri epatici, i marker di fibrosi, l’HOMA index e l’insulinemia in entrambi i pazienti.
Queste evidenze supportano l’utilizzo di HEPA G®, contenente Siliphos® e amminoacidi precursori del glutatione epatico, per il trattamento di danni epatici associati a NAFLD e HCV.

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Berberina in add-on alla statina per modulare il PCSK9

Recente review indaga il vantaggio clinico della berberina in add on alle statine rispetto al solo farmaco. La berberina, infatti, riduce i livellidella proteina PCSK9, responsabile della degradazione dei recettori per le LDL, che vengono aumentati dal farmaco per effetto compensatorio. Si evidenzia come l’efficacia della berberina dipenda dalla sua biodisponibilità che è stata ottimizzata in Berberol® dall’associazione brevettata con la silimarina che inibisce la ri-estrusione enterocitaria.

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Placca ateromasica e nutraceutici: nuove evidenze dalla letteratura?

La trimetilammina-N-ossido (TMAO) si è dimostrata aggravare l’aterosclerosi.
Uno studio del 2022, pubblicato su una rivista del gruppo Nature, ha verificato che i livelli ematici e fecali di TMA e TMAO nei soggetti con aterosclerosi risultano ridotti dopo 4 mesi di trattamento con berberina.
Si è registrata una riduzione del 3.2% dell’indice di placca, diversamente dai soggetti in terapia standard con statina e aspirina, che hanno visto un incremento medio del 1.9% del plaque score.

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NAFLD: l’integrazione con estratti a base di Cardo mariano

Uno degli studi più recenti condotti nei pazienti con NAFLD ha mostrato l’efficacia di Siliphos® nel migliorare in modo significativo gli enzimi epatici, l’insulino-resistenza e l’istologia epatica.
Queste caratteristiche, insieme al dimostrato profilo di sicurezza, anche a lungo termine, rendono questo specifico approccio nutraceutico un’opportunità concreta per migliorare i parametri legati alla NAFLD e rallentare la progressione della patologia.

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Effetti metabolici della Nigella sativa in menopausa

La Nigella sativa è una pianta capace di migliorare sia la sintomatologia climaterica sia i parametri della sindrome metabolica.
Studio recente su donne in menopausa evidenzia una riduzione del 23% della glicemia a digiuno, una riduzione del 27% del colesterolo LDL e del 35% dei trigliceridi nel gruppo intervento.
Tutte le variazioni sono state significative sia rispetto all’inizio dello studio che rispetto al placebo.

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Fibermet®: quale vantaggio nel paziente poco aderente a dieta ed esercizio fisico?

Studio italiano valuta i benefici di Fibermet®, nutraceutico a base di fibre, fitosteroli e cromo, in pazienti sovrappeso o obesi poco aderenti a dieta ed esercizio fisico.
Fibermet®, già dopo 28 giorni, dimostra di ridurre di circa il 10% glicemia post-prandiale, colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi, del 3% il peso corporeo e del 5% la circonferenza alla vita.

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Come interrompere il circolo vizioso sostenuto dall’obesità viscerale?

Il grasso viscerale causa aumento dell’infiammazione e del cortisolo circolante che, a sua volta, incrementa la glicemia e quindi l’insulinemia, fino a sviluppare insulino-resistenza con ulteriore deposito di acidi grassi nel tessuto adiposo.
Per mettere un freno a questo circolo vizioso si è dimostrata utile una formulazione a base di curcumina e fosfatidilserina (Homair®) nel contrastare l’infiammazione e l’aumento del cortisolo ematico.

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La curcuma nell’adiposità viscerale Un’opportunità per i pazienti refrattari a dieta ed esercizio fisico

Un’alterazione nella funzione del tessuto adiposo è alla base dell’obesità viscerale.
Studio italiano ha valutato l’efficacia di Homair® sul grasso omentale confrontandola con un prodotto a base di fosfatildserina.
I risultati dimostrano che Homair®, in associazione a dieta ed esercizio fisico, migliora la perdita di peso e l’adiposità viscerale anche nei pazienti refrattari.

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Fibromialgia: può un sollievo arrivare da un nutraceutico?

Un team di ricercatori dell’Università di Pisa ha testato un’innovativa formulazione contenente un alto quantitativo di Coenzima Q10 ad elevata biodisponibilità al fine di evidenziare la sua efficacia sulla sintomatologia in donne con fibromialgia da almeno 7 anni.
La formulazione ha ridotto, in soli 3 mesi, e rispetto al gruppo controllo, gli outcomes correlati al dolore di circa il 24-37%, la stanchezza in media del 22% ed i disturbi del sonno del 33%.

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Riso rosso fermentato
tra efficacia e sicurezza

La componente responsabile della riduzione delle LDL è la monacolina KA.
Metanalisi dimostra che 2-3 mg di monacolina K e KA al giorno hanno efficacia comparabile a quella di una statina a basso dosaggio.
Tale efficacia è migliorabile associandogli la berberina.
Questa combinazione è vantaggiosa anche in termini di sicurezza poiché consente di utilizzare dosi inferiori di riso rosso fermentato.

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Berberol® nel paziente intollerante alla statina: i dati clinici

In pazienti diabetici e ipercolesterolemici con intolleranza alle statine Berberol®, dopo 12 mesi di trattamento, ha ridotto le LDL del 25% in monoterapia, del 33% in add-on all’ezetimibe e del 28% in add-on alla statina a dosaggio dimezzato.
In pazienti dislipidemici ed intolleranti a dosi elevate di statina, dopo 6 mesi con Berberol® e statina a dosaggio dimezzato, si è registrata una riduzione del 13% delle LDL mantenendo così valori comparabili a quelli di partenza.

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Riso rosso fermentato: quando a fare la differenza è la qualità dell’estratto

La fermentazione del riso rosso conduce alla formazione di circa 15 monacoline, diverse fra loro per struttura molecolare e per attività ipolipemizzante. La possibilità di utilizzare un estratto altamente standardizzato e privo di sostanze nocive come MonaKoPure è garanzia di sicurezza ed efficacia. Le sue caratteristiche consentono anche l’associazione sinergica con altri estratti vegetali, come la berberina, per migliorare il controllo della ipercolesterolemia.

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Silibina Fitosoma®: uno studio ne valuta i benefici sull’assorbimento

La silimarina è una miscela di molecole di cui la silibina, quella maggiormente responsabile della sua attività epato-protettiva è pochissimo assorbita e quindi poco utile.
Questo limite si è superato complessando la silibina con la fosfatidilcolina e dando vita al fitosoma della silibina, Siliphos®.
Uno studio italiano dimostra che la biodisponibilità della silibina contenuta nel Siliphos® è 5 volte maggiore rispetto a quella contenuta nella silimarina.

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Quale è il ruolo del CoQ10 nelle malattie cardiovascolari?
La risposta in una review recente

In aggiunta alla terapia convenzionale, l’integrazione del CoQ10 in adulti con malattia cardiovascolare e ipertensione è valutata come benefica da una importante review americana.
Ad un dosaggio compreso tra 100 e 300 mg/die, il CoQ10 ha migliorato la funzione endoteliale e mitocondriale suggerendo che una sua maggiore quantità possa portare a maggiori effetti positivi.

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Berberina FITOSOMA®: nuovo strumento per migliorare efficacia e tollerabilità

Un gruppo di ricerca italiano ha dimostrato che la solubilità della Berberina Fitosoma®, nei fluidi intestinali, è 6 volte maggiore rispetto alla berberina non formulata, insieme ad una sua biodisponibilità di 10 volte maggiore rispetto alla sola berberina cloridrato.
Non sono stati rilevati effetti collaterali, né a livello clinico né a livello biologico, a dimostrazione della sicurezza e della tollerabilità anche intestinale della Berberina Fitosoma®.

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Effetto rebound: si può evitarlo mantenendo alto il metabolismo basale durante la dieta?

Studio italiano ha analizzato l’efficacia di GLOBES®, nutraceutico contenente Greenselect Fitosoma®, estratto di tè verde che rende 3 volte più biodisponibili gli attivi rispetto all’estratto non complessato, nel mantenimento del peso corporeo raggiunto dopo modificazione dello stile di vita in soggetti obesi.
GLOBES® ha portato ad un ulteriore perdita di peso nel primo mese di assunzione e ad un suo mantenimento al secondo e al terzo mese.

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Attività anti-dislipidemica dell’associazione MonakoPure®, berberina e silimarina

L’utilizzo di MonakoPure®, estratto brevettato di riso rosso fermentato standardizzato al 20% in monacolina K e KA, la disaggregazione delle compresse fra 90 e 120 minuti, studiata affinchè gli attivi non vengano rilasciati nello stomaco ma nell’intestino garantendo una migliore veicolazione epatica, e l’associazione con berberina e silimarina, brevetto che aumenta lo scarso assorbimento della berberina, spiegano gli ottimi risultati clinici anti-dislipidemici di Berberol K.

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Effetti e vantaggi della combinazione
berberina-silimarina

Una meta-analisi realizzata da un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna esamina i risultati di studi clinici randomizzati, doppio-cieco contro placebo e condotti in parallelo o cross-over sull’associazione berberina-silimarina.
La review evidenzia come la combinazione permetta di ottenere una significativa diminuzione del colesterolo totale, dei trigliceridi e delle LDL, un aumento delle HDL ed un calo della glicemia a digiuno.

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Metformina… SI o NO?
Uno studio universitario ne valuta le alternative

Nel 2020 un gruppo dell’Università di Pavia ha condotto uno studio per valutare l’utilizzo di una combinazione di Berberis aristata e Silybum marinum come nutraceutico alternativo alla metformina.
I risultati hanno evidenziato come questo strumento possa essere un valido aiuto in pazienti naive con diabete mellito di tipo 2 per la sua attività di miglioramento dell’aspetto glucidico e lipidico.

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Il ruolo dei nutraceutici nel paziente intollerante alle statine

Nei soggetti che non tollerano un trattamento a base di statine si può intervenire con il nutraceutico, che però non contenga monacolina K, in supporto alla terapia farmacologica classica.
Tra tutte le sostanze la più attiva risulta la berberina a 500 – 1500 mg/die.
Inoltre, considerando il suo meccanismo non statino simile, è tra le sostanze che possono essere associate a tutte le terapie ipocolesterolemizzanti classiche.

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Può un nutraceutico avere effetti ateroprotettivi?

Le principali terapie farmacologiche per l’aterosclerosi, importante base patologica delle malattie cardiovascolari, devono essere effettuate in modo cronico e gli effetti collaterali che ne possono derivare non possono essere trascurati per ottenere un’adeguata aderenza alla terapia e quindi una buona riuscita clinica.
Gli effetti ateroprotettivi della berberina sono sempre più documentati.

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Quali soluzioni nei pazienti con ipercolesterolemia ma non in nota per le statine?

Negli ultimi decenni, si è osservato un significativo prolungamento della speranza di vita; in questa situazione, livelli anche moderatamente elevati di colesterolo totale e LDL possono, a causa della maggiore durata dell’esposizione, indurre la comparsa di eventi clinici. Tra le sostanze nutraceutiche con maggiori evidenze nella riduzione dei livelli di colesterolo totale e LDL troviamo la berberina e la monacolina K da riso rosso fermentato.

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La riduzione dei livelli plasmatici di LDL diventa sempre più stringente: cosa suggeriscono le nuove linee guida ESC/EAS?

Nelle nuove linee guida ESC/EAS si ridefiniscono le categorie di stratificazione del rischio cardiovascolare, i pazienti diabetici, con danno agli organi target, ipercolesterolemia familiare e grave malattia renale sono tutti classificati come ad altissimo rischio e quindi devono essere trattati in maniera aggressiva per ridurre i livelli di LDL-C.

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Il ruolo dei nutraceutici nel paziente intollerante alle statine

I soggetti che non tollerano un trattamento farmacologico a base di statine rappresentano un problema clinico molto importante tanto da essere una delle maggiori cause di interruzione precoce del trattamento ipocolesterolemizzante, oltre a rappresentare l’ostacolo più importante all’impiego di dosi piene di farmaco che potrebbero consentire di raggiungere più facilmente i target LDL nei soggetti a rischio.

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