ONCOLOGIA

Cancro ovarico: ruolo potenziale del microbiota vaginale

Il cancro ovarico è a tutt’oggi uno dei tumori ginecologici più impegnativi a livello terapeutico, presentando ancora numerose incognite riguardo la sua patogenesi.
Oltre ai contributi già noti come la predisposizione genetica e la storia medica delle pazienti, studi emergenti sottolineano il potenziale ruolo del microbiota vaginale non solo sulla patogenesi del cancro ovarico ma anche sulla sua risposta terapeutica e sulla sua recidività.

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Mucositi orali da radio e chemioterapia: il ruolo preventivo e terapeutico dei probiotici

Una recentissima review ha analizzato sistematicamente il possibile ruolo dei probiotici nella prevenzione e nel trattamento della mucosite orale.
Uno degli studi analizzati ha dimostrato che l’applicazione topica di S. salivarius K12 era in grado di ridurre significativamente la gravità della mucosite nei topi irradiati (p <0,001), rispetto ai topi non trattati, riducendo l'area coperta dalle ulcere e ripristinando l'integrità della mucosa linguale.

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Potenzialità della quercetina nella prevenzione del cancro

Numerosi studi hanno suggerito l’uso di composti bioattivi naturali sia per la riduzione degli effetti collaterali che per un’azione coadiuvante alla terapia anticancro.
La quercetina è un esempio di sostanza naturale utile, accessibile e altamente efficace, ha dimostrato proprietà antitumorali che si esplicano nell’inibizione della proliferazione, dell’invasione e della metastatizzazione tumorale.

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Nigella sativa, prospettive di utilizzo in campo senologico

I numerosi studi sugli estratti di Nigella sativa, o cumino nero, e sul suo componente attivo timochinone, suggeriscono che potrebbe avere un potenziale terapeutico per molte malattie, incluso il cancro.
Review del 2020 riassume gli studi in vitro e in vivo che forniscono le prove che l’estratto di Nigella esibisce attività antitumorale e anti-metastatiche, oltre a fornire supporto al sistema immunitario in molti tipi di cancro.

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Remifemin nella sindrome climaterica indotta dagli analoghi dell’LHRH nel cancro al seno

Per la prima volta nel 2019 studio clinico ha indagato il valore di Remifemin anche nella terapia della sindrome climaterica (SC) indotta dalla terapia con gli analoghi dell’ormone di rilascio dell’ormone luteinizzante (LHRH-a) sulle pazienti con carcinoma mammario in pre-/peri-menopausa.
Remifemin ha dimostrato di prevenire l’aumento del KMI durante il trattamento con LHRH-a.

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Utilizzo della resina di Boswellia in oncologia

Review del 2022 ha revisionato i numerosi studi relativi alle applicazioni sperimentali e cliniche della resina di Boswellia serrata, con particolare attenzione agli ambiti oncologico, infiammatorio, immunitario ed infettivo.
Tra i numerosi costituenti molecolari dell’oleoresina di Boswellia, gli acidi boswellici AKBA e KBA hanno dimostrato un potenziale effetto apoptotico sulle cellule tumorali e nella downregulation delle citochine infiammatorie.

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Nuova strategia integrata del cancro colorettale: la modulazione del microbiota intestinale

Lo screening colonscopico e il perfezionamento dei trattamenti terapeutici stanno facendo diminuire incidenza e mortalità per cancro colorettale (CRC) ma sono comunque necessarie nuove strategie preventive e terapeutiche.
I sempre più numerosi studi umani e animali stanno suggerendo che la manipolazione del microbiota intestinale possa essere una potenziale strategia terapeutica per il CRC e di ogni tipo di cancro.

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Clostridium butyricum CBM588 e carcinoma renale metastatico

Pazienti con carcinoma renale metastatico con istologia a cellule chiare e/o sarcomatoide e malattia a rischio intermedio/basso, sono stati randomizzati 2:1 a ricevere gli anticorpi monoclonali inibitori del checkpoint immunitario nivolumab + ipilimumab, con o senza l’aggiunta di C.butyricum CBM588.
Nel braccio con CBM588 sono state osservate sovraregolazione della via di biosintesi del dTDP-β-L-ramnosio, diminuzione della via della glicolisi IV e del percorso di fermentazione del piruvato ad isobutanolo e aumenti delle chemochine.

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Cancro ovarico: HPV e microbiota ovarico nella sua genesi?

Tradizionalmente considerato sterile, il tratto riproduttivo femminile superiore ha dimostrato di ospitare diversi phyla batterici e la presenza di Acinetobacter e Chlamydia, un aumento del Mycoplasma e una scarsità lattobacillare sono collegati ad una predisposizione al cancro ovarico.
Anche un microbiota vaginale ad alta biodiversità è collegato alla presenza ed alla persistenza di HPV ad alto rischio e ad una conseguente predisposizione al cancro sia cervicale che ovarico.

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C. butyricum CBM 588 favorisce la risposta al blocco del checkpoint immunitario

Pubblicato su Oncoimmunology nel Maggio 2022, studio illustra come l’uso di PPI è associato a una più breve sopravvivenza globale dei pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC) trattati con blocco del checkpoint immunitario (ICB).
Lo studio dimostra anche che in questi pazienti l’integrazione con Clostridium butyricum CBM 588 migliora la ridotta efficacia dell’ICB.

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Il Clostridium butyricum CBM588 può favorire l’attività degli antitumorali?

Studio pubblicato su Cancer Immunology Research illustra come la terapia probiotica con il ceppo C. butyricum CBM 588, produttore di butirrato, migliori la ridotta efficacia degli inibitori del checkpoint immunitario (ICI) nei pazienti con carcinoma polmonare avanzato non a piccole cellule (NSCLC) trattati con antibiotici: sopravvivenza senza progressione (PFS) e sopravvivenza globale (OS) più lunghe rispetto a nessuna assunzione probiotica.

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La curcumina nella gestione dei dolori articolari da inibitori dell’aromatasi

Ormai nota è l’efficacia clinica della curcumina nel ridurre il dolore articolare causato dalla progressiva deprivazione estrogenica che caratterizza le pazienti in trattamento con terapie adiuvanti per tumore al seno.
Studio italiano dimostra come Algocur® sia ideale per il dolore articolare acuto o cronico derivante da carenza estrogenica, sia in monoterapia che come terapia additiva.

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La curcumina come potenziante dei chemioterapici nel cancro al seno

Review del 2022 evidenzia le capacità della curcumina nel migliorare l’efficacia degli agenti antitumorali convenzionali attraverso l’inversione della chemio-resistenza, nella sensibilizzazione ai farmaci delle cellule cancerose mammarie e nel consentire una significativa riduzione della dose dei chemioterapici analizzati, riducendone quindi anche gli effetti collaterali.

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Ridurre i sintomi climaterici senza aumentare i rischi di recidive in donne operate di K-mammario

Un ampio studio retrospettivo osservazionale e farmacoepidemiologico evidenzia come l’aggiunta dell’estratto isopropanolico di Cimicifuga racemosa (iCR) al tamoxifene allunghi la sopravvivenza libera da recidive e migliori il controllo della sintomatologia climaterica in donne che assumono il farmaco nel post-trattamento per tumore alla mammella estrogeno-positivo.

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Berberina un potente chemiosensibilizzante e chemioprotettore

Una recentissima review dimostra chiaramente come la berberina sia la molecola ideale per invertire la resistenza alla terapia indotta dalle cellule tumorali stesse, dalla radioterapia e dagli agenti chemioterapici.
La berberina agisce contro molti tipi di cellule tumorali chemio/radioresistenti e le sensibilizza al trattamento anticancro mostrando un enorme potenziale in add-on therapy ai farmaci ed ai trattamenti antitumorali.

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Perché oncologi e ginecologi dovrebbero preoccuparsi del BMI e dell’ipercolesterolemia?

Dopo la menopausa un BMI elevato risulta correlato all’aumento del rischio di cancro al seno e l’obesità sembra un fattore di rischio specialmente per l’insorgenza del tumore mammario estrogeno-positivo.
Anche le concentrazioni lipidiche sieriche sono associate al rischio di K mammario, a prescindere dal BMI e dallo stato della sensibilità agli estrogeni del tumore.

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Perché oncologi e ginecologi dovrebbero preoccuparsi dell’insulino-resistenza?

L’insulino-resistenza (IR) è un altro fattore di rischio per il cancro al seno. Quando è associata alla sindrome metabolica aumenta l’angiogenesi delle cellule tumorali creando un microambiente favorevole alla crescita del cancro.
La riduzione anche di un singolo parametro fra circonferenza vita, iperglicemia, IR e ipercolesterolemia è fortemente associata ad un minor rischio tumorale.

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Il microbiota intestinale può influenzare il cancro al seno?

La disbiosi intestinale può essere considerata come un ulteriore fattore di rischio nello sviluppo del cancro al seno e nella resistenza alle terapie antitumorali.
Capire i possibili meccanismi che legano la composizione batterica intestinale e la progressione e lo sviluppo delle cellule tumorali del seno, può rappresentare un vantaggio per l’utilizzo di probiotici, prebiotici e integratori capaci di intervenire nella disbiosi e coadiuvare così le principali terapie antitumorali.

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Estratto di Greenselect Fitosoma®: effetto antiproliferativo sul tessuto tumorale mammario

I dati epidemiologici supportano la tesi che l’assunzione di tè verde sia associata ad un minore di rischio di K mammario. L’effetto di un particolare estratto di tè verde complessato in lecitina, Greenselect Fitosoma®, per solo 4 settimane prima dell’intervento chirurgico per tumore al seno, riduce la proliferazione cellulare nella mammella malata delle donne trattate, con un aumento del testosterone sierico come indice inibitorio dell’attività sul recettore estrogenico.

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