La disbiosi intestinale nei bambini con bronchiolite

Le infezioni virali respiratorie, in particolare il virus respiratorio sinciziale (RSV) e il rinovirus, rappresentano i fattori di rischio più importanti per l’insorgenza di bronchiolite infantile.

Il RSV, inoltre, esacerba le risposte immunitarie Th2-mediate a discapito di quelle Th1 e, in questo modo, predispone il bambino ad un maggior rischio di insorgenza di asma e atopie.

Tutte queste evidenze hanno portato, negli ultimi anni, al concetto di «asse microbiota-intestino-polmone» che evidenzia l’interazione tra microbiota intestinale e malattie polmonari.

Il recente studio pubblicato su Frontiers, Altered intestinal microbiota in children with bronchiolitis, indaga la relazione tra la disbiosi del microbiota intestinale e la bronchiolite in bambini fino ai 2 anni di età.

Disegno dello studio

Lo studio clinico, condotto da gennaio 2020 a gennaio 2022, ha arruolato un totale di 93 bambini di età compresa tra i 3 mesi ed i 2 anni, suddivisi in:

  • 57 bambini con diagnosi di bronchiolite
  • 36 bambini sani come controllo.

Il lavoro ha confrontato la composizione del microbiota intestinale a livello di phylum, genere e specie, dei due gruppi ed è stata osservata l’espressione di citochine pro-infiammatorie e immunoglobuline di tipo E.

I risultati dello studio e le nuove prospettive terapeutiche

I risultati hanno mostrato che nei bambini con bronchiolite acuta la biodiversità del microbiota intestinale è inferiore rispetto a quella dei bambini sani. Inoltre, si osservano significative differenze nella composizione del microbiota intestinale dei bambini con bronchiolite rispetto a quella dei sani, sia a livello phylum, che di genere e specie (p = 0,001).

I bambini con diagnosi di bronchiolite acuta presentano, a livello di phylum:

  • incremento di Actinobacteria e Proteobacteria
  • decremento di Firmicutes e

In particolare, questi bambini sono carenti dei principali butirrato-produttori quali Clostridium e Faecalibacterium.

Lo studio osserva anche come IL-4, IL-5, TNF-α e IgE siano significativamente elevate nei bambini malati rispetto a quelli sani e come questi parametri siano negativamente correlati con il genere Clostridium.

Lo studio ipotizza che, osservate le alterazioni del microbiota intestinale dei bambini affetti da bronchioliti, la somministrazione di Clostridium butyricum possa alleviare l’infiammazione, quindi la sintomatologia, e favorire la guarigione dei bambini affetti da tali infezioni virali respiratorie.

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