Streptococcus salivarius K12
nella salute del bambino

Un microbiota orale sano costituisce un’importante barriera di difesa contro patologie virali e batteriche delle alte vie respiratorie e del cavo orale.

A questa affermazione, sostenuta da concreti dati clinici, si è giunti partendo dalla definizione del ruolo di un particolare ceppo batterico, componente il microbiota orale, ovvero Streptococcus salivarius K12. Gli studi sul microbiota orale hanno avuto inizio dalla volontà di alcuni studiosi di capire quali caratteristiche del microbiota orale potessero fare la differenza tra un bambino sano e un bambino con infezioni ricorrenti.

In questo contesto, S. salivarius K12 è stato isolato per la prima volta dalla bocca di un bambino sano, all’inizio degli anni ‘90. 

Attraverso gli studi condotti successivamente al suo isolamento e alla sua caratterizzazione, il K12 si è confermato elemento chiave nella protezione di bambini e adulti da infezioni virali e batteriche che hanno come porta di ingresso il cavo orale e che per questo possono essere bloccate in loco.

Qual è il meccanismo d’azione del K12?

  1. salivarius K12 è noto produrre specifiche batteriocine, ovvero sostanze proteiche, sintetizzate dal batterio, con una peculiare azione killer nei confronti di batteri patogeni.

In particolare, il K12 produce due batteriocine, la salivaricina A2 e B, in grado di formare pori nella parete batterica e contrastare così selettivamente ceppi di S. pyogenes, Streptococcus pneumoniae, Moraxella catharralis ed Haemophilus influenzae, responsabili delle più comuni patologie batteriche del bambino.

Uno studio pubblicato pochi mesi fa “Beneficial modulation of human health in the oral cavity and beyond using bacteriocin-like inhibitory substance-producing streptococcal probiotics” ha passato in rassegna tutte le conoscenze e i dati, accumulati nel corso del tempo, sull’utilizzo di S. salivarius K12 nel suo ruolo di costituente chiave di un microbiota orale sano e protetto.

La letteratura sull’utilizzo del K12

Dati recenti riportano che S. salivarius K12 è maggiormente presente nel microbiota nasofaringeo di soggetti sani e una sua diminuzione può portare allo sviluppo di un microbiota disbiotico, favorendo la crescita di Candida albicans e di batteri responsabili dell’alitosi.

Una recente analisi del microbiota, condotta in bambini soggetti a otite media ricorrente, ha evidenziato l’importanza del K12 come componente del microbiota orale in termini di riduzione delle ricorrenze di questa patologia.

I dati presenti in letteratura evidenziano l’efficacia del K12 nella riduzione delle infezioni virali e streptococciche.

Risultati significativi sono stati ottenuti anche nella prevenzione della febbre reumatica ricorrente nei bambini, conosciuta come PFAPA e successiva a infezioni da S. pyogenes.

La sicurezza e l’efficacia del K12 sono documentati da diversi studi clinici condotti su più di mille pazienti.

Il K12 si è dimostrato in grado di colonizzare efficacemente il cavo orale persistendo nel tempo e prevenendo lo sviluppo di batteri patogeni; quest’azione si traduce in una significativa riduzione delle infezioni batteriche e virali delle alte vie respiratorie nei bambini e negli adulti, miglioramento dell’alitosi, riduzione delle otiti medie secretive e di infezioni da Candida albicans orale, contemporaneamente a una modulazione del sistema immunitario in senso antivirale e antinfiammatorio. Inoltre, l’utilizzo del K12 è riportato ridurre la somministrazione di antibiotici, paracetamolo e FANS.

Per espletare tutte queste attività, S. salivarius K12 necessita di essere vivo e vitale quando somministrato e quindi in grado di colonizzare e proliferare all’interno del cavo orale; a questo scopo la corretta lavorazione, conservazione e somministrazione del ceppo S. salivarius K12 diventano di fondamentale importanza poiché forniscono al ceppo le condizioni ideali per la sua attività.

bactoblis