
PCOS in età adolescenziale: dalla sfida diagnostica alla gestione integrata ormonale e metabolica con la berberina
La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) interessa fino al 20% delle donne fertili, con esordio prevalentemente durante l’adolescenza, fase della vita in cui la diagnosi presenta purtroppo sfide specifiche dovute alla sovrapposizione fisiologica con i cambiamenti puberali, ma un’identificazione tempestiva è cruciale, poiché alterazioni ormonali e metaboliche già presenti in giovane età possono rappresentare il preludio a patologie e complicanze future.
Perché agire tempestivamente
La recente review Reproductive risk factors across the female lifecourse and later metabolic health, pubblicata su Cell Metabolism, sottolinea l’impatto della PCOS come fattore di rischio non solo in ambito riproduttivo, ma anche per le sue implicazioni metaboliche a lungo termine.
Sebbene alcuni sintomi clinici della PCOS, come l’irregolarità mestruale o l’acne, tendano a migliorare con l’età, le alterazioni metaboliche possono persistere o addirittura accentuarsi nel tempo: la PCOS, infatti, non può essere considerata una condizione esclusivamente riproduttiva, ma una vera e propria affezione cronica a carattere sistemico, con impatto sostanziale sulla salute generale della donna.
Pertanto, si configura la necessità di un approccio proattivo non solo alla diagnosi, ma anche al follow-up delle pazienti, cosicché la gestione precoce e continuativa possa contribuire a mitigare le complicanze metaboliche e a migliorare la prognosi futura.
Attualmente non esiste un protocollo terapeutico standardizzato per la gestione della PCOS e le opzioni terapeutiche disponibili, oltre alle modifiche dello stile di vita, si basano principalmente su trattamenti farmacologici variegati, tra cui contraccettivi e metformina, che possono causare effetti collaterali.
Tra i composti nutraceutici validati di origine naturale, la berberina si è distinta per la sua capacità di intervenire su più vie patogenetiche della PCOS, con un buon profilo di tollerabilità anche nei soggetti giovani, modulando sia l’assetto ormonale che quello metabolico: l’azione multi-target della berberina potrebbe dunque offrire vantaggi terapeutici superiori rispetto ai farmaci a bersaglio singolo, specialmente in presenza di condizioni cliniche eterogenee.
Cosa dice la scienza?
Un trattamento precoce, personalizzato e integrato può cambiare il decorso clinico della PCOS fin dalla giovane età.
La review Natural compounds in the management of polycystic ovary syndrome: a comprehensive review of hormonal regulation and therapeutic potential, appena pubblicata su Frontiers in Nutrition, esamina in modo approfondito le evidenze provenienti da studi in vitro, in vivo e da trial clinici per valutare il potenziale terapeutico della berberina sulla PCOS.
In particolare, diversi dati dimostrano come la berberina:
- migliori glicemia, insulino-resistenza e dislipidemia, con effetti significativi anche su BMI, HOMA-IR
- riduca i livelli di androgeni totali
- migliori l’ovulazione spontanea
- migliori l’eventuale steatosi epatica
- abbia efficacia paragonabile alla metformina su sensibilità insulinica, profilo lipidico e ovulazione e, al contempo, dia minori effetti collaterali gastrointestinali
- sembri aver effetti positivi sul microbiota intestinale, potenzialmente implicato nella fisiopatologia della PCOS.
In caso di adolescenti con PCOS, anche nel caso in cui manifestino resistenza alla metformina o scarsa tolleranza, la berberina può dunque rappresentare un’opzione fitoterapica multidisciplinare efficace, sicura e ben tollerata.
La berberina si propone infatti come un’opzione innovativa estremamente promettente, avente basi molecolari solide e profilo di sicurezza favorevole, da integrare con interventi sullo stile di vita, attività fisica regolare e screening regolari per il monitoraggio endocrino-metabolico delle giovani pazienti affette da PCOS, al fine di migliorare la loro qualità di vita e scongiurare l’esacerbazione di ulteriori problematiche sanitarie.