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Cancro ovarico: HPV e microbiota ovarico nella sua genesi?

Tradizionalmente considerato sterile, il tratto riproduttivo femminile superiore ha dimostrato di ospitare diversi phyla batterici e la presenza di Acinetobacter e Chlamydia, un aumento del Mycoplasma e una scarsità lattobacillare sono collegati ad una predisposizione al cancro ovarico.
Anche un microbiota vaginale ad alta biodiversità è collegato alla presenza ed alla persistenza di HPV ad alto rischio e ad una conseguente predisposizione al cancro sia cervicale che ovarico.

Come migliorare l’azione dell’alginato nella malattia da reflusso? Ultimi dati clinici

In pazienti con sintomi persistenti da reflusso gastro-esofageo, studio italiano ha confrontato l’efficacia della terapia pantoprazolo + Mirgeal gel® per 4 settimane e Mirgeal gel® per altre 4 settimane verso pantoprazolo + sodio alginato per 4 settimane e alginato per altre 4 settimane.
Mirgeal gel® è stato globalmente più efficace dell’alginato, sia quando associato al pantoprazolo, sia in monoterapia.

L. crispatus M247 e HPV: un nuovo studio ne valuta l’azione sulla citologia cervicale

Studio del Dipartimento di Ginecologia e Ostetrica dell’Ospedale San Paolo di Bari ha indagato i benefici di Crispact® in 160 donne con positività ad HPV e con Pap test positivo per ASCUS o L-SIL.
80 pazienti hanno assunto Crispact® e 80 hanno costituito il controllo.
Al termine dei 12 mesi di studio, il 61.5% delle trattate con Crispact® ha avuto una normalizzazione della citologia, contro il 41.3% delle donne del gruppo controllo.

Può Streptococcus salivarius K12 stimolare la produzione di IFN-gamma?

Studio molto recente dimostra, con l’analisi della saliva pre- e post-terapia, che l’assunzione di S. salivarius K12 incrementa i livelli di IFN-gamma.
Dal punto di vista clinico, la sua regolare assunzione porterebbe alla formazione di uno scudo difensivo nel cavo orale in grado di ridurre le ricorrenze di infezioni batteriche e virali delle alte e basse vie respiratorie attraverso la modulazione del sistema immunitario e la soppressione dell’infiammazione.

C. butyricum CBM 588 favorisce la risposta al blocco del checkpoint immunitario

Pubblicato su Oncoimmunology nel Maggio 2022, studio illustra come l’uso di PPI è associato a una più breve sopravvivenza globale dei pazienti con tumore polmonare non a piccole cellule (NSCLC) trattati con blocco del checkpoint immunitario (ICB).
Lo studio dimostra anche che in questi pazienti l’integrazione con Clostridium butyricum CBM 588 migliora la ridotta efficacia dell’ICB.

La modalità di parto impatta sulla costruzione del microbiota intestinale neonatale?

Studio di Nature dimostra che il taglio cesareo modifica in modo significativo il microbiota intestinale del neonato, rispetto al parto vaginale, rendendo questi bambini più suscettibili alle infezioni respiratorie durante il primo anno di vita.
I nati da taglio cesareo hanno un rapporto in Klebsiella spp. ed Enterococcus più alto rispetto ai nati per via vaginale che hanno invece un’abbondanza in Bifidobacterium spp. dalla attività protettiva e garanti del corretto sviluppo del sistema immunitario.

Aborto spontaneo ricorrente: qual è il ruolo del microbiota endometriale?

Dall’analisi dei microbioti endometriali di donne con perdita di due o più gravidanze (RPL) si evidenzia che queste hanno una quantità di L. crispatus molto minore rispetto alle donne sane (17% vs 46%) ed una maggiore presenza di Gardnerella vaginalis (12 % vs 6%).
Per quanto riguarda il microbiota vaginale, il gruppo RPL ha mostrato maggiore abbondanza di Gardnerella rispetto al controllo (9% vs 6%) ed una minore abbondanza di L. crispatus (35% vs 47%).

Sensibilità al glutine/grano non celiaca, celiachia, gluten-free diet e microbiota: quali influenze?

Oltre alla predisposizione genetica ed al consumo di glutine, diversi fattori ambientali innescano la celiachia e la sensibilità al glutine/grano non celiaca.
Ma chi media le loro interazioni?
Come la gluten-free diet altera il microbiota intestinale?
Review di Nutriens fa luce sulla modulazione del microbiota intestinale indotta dalla gluten-free diet (GFD) in pazienti sani, celiaci (CD) e con sensibilità al glutine/grano non celiaca (NCG/WS).

FODMAPs e Sensibilità al glutine: una sinergia negativa?

Review sistematica evidenzia come la sensibilità al glutine sia un disturbo eterogeneo in cui l’intolleranza al glutine sembra essere correlata e aggravata dall’ingestione di FODMAPs.
Il controllo del glutine e dei FODMAPs sembra rappresentare uno strumento vantaggioso sia per il controllo dei sintomi intestinali, in particolare distensione e dolore addominale, sia dei sintomi extra-intestinali.

Microbiota intestinale e celiachia: causa, conseguenza o coevoluzione?

Review di Nutrients chiarisce che, indipendentemente dalla dieta senza glutine (GFD), nel celiaco si assiste ad una ad una disbiosi intestinale con riduzione del genere Bifidobacterium, in particolare la specie B. longum, ed un aumento dei batteri potenzialmente patogeni, in particolare le Enterobacteriaceae.
La risposta infiammatoria innescata dalla disbiosi sembra causare l’instaurarsi della malattia ed il mantenimento dei sintomi che colpiscono alcuni soggetti nonostante la GFD.