Nell’otite media acuta ricorrente la presenza e lo sviluppo dei principali patogeni coinvolti sono condizionati dalla presenza del biofilm batterico.
Questa struttura infatti rende difficile all’antibiotico, alle concentrazioni comunemente utilizzate in terapia, di arrivare a queste colonie batteriche che riescono così a resistere alla terapia farmacologia.
Oggi alcuni probiotici sono talmente specifici da essere definiti “probiotici di precisione” perché forniscono una soluzione mirata ad una determinata problematica. Una dimostrazione concreta è rappresentata dallo sviluppo del ceppo batterico Hafnia alvei HA4597 ad effetto “anoressizzante”.
Le diverse strategie per ridurre i microbi orali responsabili dell’alitosi devono essere effettuate quotidianamente ed il beneficio è solo a breve termine. L’aggiunta del probiotico orale Streptococcus salivarius K12 migliora l’esito ed il mantenimento dell’efficacia dei trattamenti.
Un recente articolo ha esaminato tutte le pubblicazioni dal 2003 al 2016 validando l’efficacia del probiotico orale Streptococcus salivarius K12 nella prevenzione delle infezioni virali e batteriche che colpiscono l’orecchio medio e la cavità orale, sia nei bambini ricorrenti che nei sani.
Recentissime acquisizioni mostrano come la somministrazione, durante la pandemia, di uno specifico probiotico orale contenente S. salivarius K12 sembri prevenire l’infezione da Sars-CoV-2.
Per la prima volta la mondo è stata dimostrata l’efficacia profilattica nel ridurre le infezioni alle alte vie respiratorie del probiotico orofaringeo a base di Streptococcus salivarius K12 somministrato al personale sanitario che assisteva i pazienti COVID-19.
Le recidive di Media Secretiva (OMS) e la difficoltà nel riconoscere, essendo asintomatica, l’Otite Media Acuta (OMA) portano il bambino ad avere disturbi del sonno, legati all’udito, all’apprendimento e problemi di equilibrio. È possibile attuare piani di prevenzione per evitare le recidive e l’insorgenza di infezioni secondarie alle alte vie respiratorie?
L’adenoidite cronica è una patologia del distretto rino-faringeo spesso trascurata o confusa con l’ipertrofia adenoidea a causa dei sintomi in comune. Ad oggi non è disponibile alcun consenso sul suo trattamento rendendo più difficoltoso il suo approccio terapeutico.
Studio pilota dimostra che il probiotico Streptococcus salivarius K12, riducendo l’incidenza di faringotonsillite da SBEA, è una soluzione preventiva all’uso di antibiotico con riduzione del 72% dei casi di tonsillectomia.
Studi recenti supportano l’ipotesi che la sindrome PFAPA sia una malattia che coinvolga un complesso molecolare noto come inflammasoma che potrebbe essere attivato da stimoli ambientali quali batteri pro-infiammatori responsabili dell’innesco della cascata infiammatoria.
